lunedì, gennaio 11
domenica, gennaio 10
Inizia la stagione indoor !!!
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Lorenzo
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mercoledì, dicembre 23
La famiglia di Gesù
Sabato scorso, come di consueto, il sottoscritto facocero, Lò e Cello, ci siamo allenati al Club Resort di Gessate, per aumentare la nostra già considerevole potenza spostando chili e chili di ghisa. E come di consueto sotto le feste ci siamo beccati le prove della festa delle elementari. Il che vuol dire che ci siamo sparati due ore di allenamento con un simpatico ciccione che sparava "siamo tante pecorelle" e "la famiglia di Gesù" ("...puoi conoscerla anche tu! Canta e balla insieme a noi! Con il ritmo che tu vuoi!") a un volume tipo jet in fase dei decollo, che al confronto al Number One c'è silenzio. E tra una serie e l'altra, di pari passo con la nostra ignoranza fisica, cresceva anche il nostro risentimento nei confronti delle feste di Natale delle elementari: qui c'è gente che deve lavorare, fatele la domenica le feste! Va anche detto che, causa serata movimentata il venerdì, siamo arrivati in palestra alle 12,30 e quindi l'allegro DJ si è sparato questa Jam Session dalle 12,30 alle 14,30: ma non poteva andare a mangiare!?!? Vabbe', a Natale sono tutti più buoni e per stavolta abbiamo chiuso un occhio...
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Arnaldo
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mercoledì, dicembre 16
Polemizziamo.....
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Lorenzo
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domenica, dicembre 13
Live from Foppolo, Atto III
Con un po' di ritardo pubblico questo aggiornamento mandatomi da Robbie settimana scorsa, il nostro uomo ha aperto a sua volta un blog, aggiornato quasi quotidianamente. Per chi fosse interessato il link è QUI. Io lo consiglio caldamente, perchè, va ricordato, la catapulta del sud è arrapante anche quando scrive.
Ieri finalmente ha smesso di piovere/nevicare/grandinare. Così, quando alle 7 la sveglia è suonata, ho fatto una rapida colazione e mi sono capottato per le strade di Plužine. Strade che mi piacerebbe poter dire deserte ma che in realtà, la mattina, sono animate dai bambini diretti a scuola, che guarda caso è proprio dietro il mio lussuoso loft. Ho quindi schivato gli sguardi divertiti dalla bambinanza locale (andare in giro in fuseaux e maglietta aderente nera da uomo ragno a Plužine alle 7.30 di mattina necessita grande autostima), mi sono inerpicato sulla strada che porta al super Albona ed ho iniziato il solito giro, sulla riva del lago.
Ad attendermi una strada trasformata in un campo di addestramento dei marines, con fango alto 4 pollici (10,16 cm), che ha reso, dopo qualche metro, le scarpe pesanti come gli anfibi in dotazione al corpo degli alpini. Dopo un patetico tentativo di proseguire al grido de “il cucchiaio non esiste”, scivolando e affondando nella fanghiglia, ho girato i tacchi, direzione casa (il fango esiste, confermo).
E qui l’errore: visto un sentiero, l’ho imboccato gioioso, infilandomi nel bosco.
Al termine della corsa: mi sono perso innumerevoli volte, ho corso dentro un ruscello e in una specie di permafrost acquoso, mi sono graffiato braccia e gambe con un arbusto insidiosissimo che credo si chiami Spinosus Maledictus e ho saltato una recinzione di filo spinato stile Olio Cuore (no, non ho fatto lo splendido passandola all’ostacolista. Il filo spinato non viene giù se lo prendi con la seconda gamba). Tutto questo violando 4 proprietà private, con latrati di cani in sottofondo. Alla fine, uscito dalla foresta, ho salutato, con estrema nonchalance, un paio di autoctoni un po’ interdetti e me ne sono tornato un po’ pesto ma gaio alla mia kuča.
Ho imparato una cosa: quando temi che le tue chiappe possano essere scambiate per pappa per cani, la paura di spaccarti una caviglia correndo a rottadicollo in discesa passa decisamente in secondo piano.
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Cello
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mercoledì, novembre 25
LIve from Foppolo, Atto II
Ho appena perso tre partite di fila a dadi contro Miles. Ieri è andata meglio, 2 a 2. Il gioco è Wimpout, una scossa di adrenalina, qui a Plužine. Però ti fa passare la serata, e questo basta. Oggi parlavo con Brano, il ragazzo che lavora con noi, che vive a Nikšič, città il cui merito è unicamente quello d’essere la sede della Nikšičko, una birra non male, dico, Nikšič, non New York, ma manco Casalpusterlengo, per dire, non c’è il cinema a Nikšič, anche se fa ben 20.000 cristiani (ortodossi), e, Brano, si chiedeva come facessimo a vivere a Plužine. E che ne so Brano. Come si fa.. ci si ammazza di libri, film sul pc (in TV è però possibile gustare meravigliose telenovele argentine in lingua originale), si gioca a dadi e nel we ci si lancia in esplorazione dell’habitat.
Ma ciò di cui volevo parlare è l’ospitalità montenegrina. Per lavoro siamo spesso in giro, per verificare l’andamento delle varie attività, lo stato di ubriacatura degli sfalciatori che puliscono i sentieri per il trekking, per constatare che, data l’umidità e la freddazza, l’intonacatura del centro multifunzionale non si asciugherà prima del 2014. Insomma, con la nostra fida Lada 4x4 ce la giracchiamo. Ieri ci siamo fermati nei pressi della casa di un autoctono, per consegnare una tanica di benzina per la motosega e una stecca di Drina (mitiche sigarette balcaniche). Il padrone di casa s’è impuntato e c’ha invitato a prendere una kafa. La moglie, sorridente ha intavolato, prima che ce ne rendessimo conto, piatti di salame, prosciutto e formaggio, tutto rigorosamente fatto in casa. La rakjia (una specie di grappa buona anche come combustibile) poi, non si è potuta proprio rifiutare, senza incappare in alte e incomprensibili grida di protesta, che hanno avuto termine solo con l’accettazione rassegnata e sorridente del brucia budella. E che siano le 3 di pomeriggio e che tu abbia appena pranzato non è una cosa facile da spiegare ma anche se lo fosse non gliene fregherebbe un granché. Così si attacca il formaggio, tra l’altro buonissimo, in cui capita di trovare qualche pelo, non sai se sperare umano o animale, il prosciutto, il pane fatto in casa. E quando sembra che siano soddisfatti e poggi la forchetta eccoli portare la torta. Mitici!
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Cello
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23:10:00
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