martedì, aprile 10

Motivazione

Quando mi è arrivato via email mi ha colpito e ho deciso di postarlo, "E' una bellissima storia e riguarda lo sport, diffondiamola" ho pensato. Poi i commenti hanno iniziato a piovere, commenti carichi di ammirazione e stupore, allora l'ho rivisto.
Con un po' di vergogna devo ammettere di essermi messo a piangere di fronte alle immagini di quest'uomo che, per amore di suo figlio, inizia ad allenarsi e chiude, tra le altre competizioni 4 Ironman. Quando la parola "CAN" è comparsa sullo schermo ho pensato che forse valeva la pena mettere giù qualche considerazione sul significato della motivazione.
La maggior parte dei lettori di questo blog sono atleti e sanno cosa vuol dire faticare, la maggior parte dei lettori di questo blog fa più di cinque sedute la settimana di allenamento ed è in uno stato di forma difficilmente raggiungibile da una persona normale. La maggior parte dei lettori di questo blog non farà MAI una maratona in 2'40, NESSUNO un ironman. Quest'uomo l'ha fatto spingendo, trascinando e trasportando suo figlio. Rileggete la frase precedente. Adesso pensate a quando dovete fare gli 80m o i 100m con il giubbotto o il traino: si tratta di tre o quattro prove con 8/10 kg in più da portarsi dietro. Pensate a come cambiano tempi e fatica. Adesso ripensate a cosa significa farsi 3,8 Km di nuoto, 180 Km in bici e 42.195 Km di corsa con un "giubbotto umano".
La cosa sconvolgente è che senza quel "giubbotto umano" Dick non sarebbe andato da nessuna parte, il sorriso di suo figlio lo ha fatto alzare dal divano, con naturalezza lo ha indotto ad allenarsi, prima per rimettersi in forma poi per diventare forte, più forte di tutti noi.
Questa è l'ulteriore prova del fatto che "la mente è molto più forte del corpo" e che se troviamo dentro di noi la giusta spinta possiamo fare qualsiasi cosa, bisogna solo volerlo. Dette così sembrano le solite frasi fatte ma provate a riguardare le immagini di Dick che, prima di partire con la bici, si assicura che il suo bambino sia comodo e ben fissato sul seggiolino, scorrete con attenzione le pieghe del suo viso mentre, correndo, spinge la carrozzina; non c'è fatica in quel volto, solo una grande soddisfazione per aver dato vita al sogno di suo figlio: vivere.
E allora la prossima volta che vi allaccerete le chiodate prima del lavoro lungo, la prossima volta che "non avrete voglia" ripassatevi nella mente questa storia, la fatica non esiste se hai un buon motivo per farla.
Cello

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo cellino, una storia a dir poco notevole e che fa davvero riflettere...
Senza indugiare ulteriormente in frasi fatte o cmq già dette da altri dico solo:

" ogni volta che qualcuno (me compreso!) si fa male e per un periodo non può allenarsi, e si fa prendere dallo sconforto e dalla voglia di mollare tutto e pensa di essere il più sfigato del mondo, si fermi un attimo a pensare a questa storia...poi si rimbocchi le maniche e NON ROMPA I COGLIONI PIANGENDOSI ADDOSSO MA LI TIRI FUORI PER RIMETTERSI IN CORSA, PERCHE' SE LO VUOI DAVVERO PUI FARE TUTTO...anche un triathlon Ironman portandoti dietro 50 kg...

Bella ;-)

Lo

Anonimo ha detto...

ps: a proposito di infortuni...mi fa piacere che tu stia prendendo con filosofia ed in modo positivo il tuo problema al ginocchio... restare "fermo ai box" per qualche tempo, se visto col giusto spirito, è assolutamente positivo...c'è tutto il tempo per aggiornare telaio e motore!!
efforza.... ;-)

Lo

Anonimo ha detto...

ciao da pavlov e cesco a bangor!!!!!!

Anonimo ha detto...

storia stupenda e complimenti per il blog, ottimo lavoro!!
abbiate ancora un pò di pazienza e l'anno prossimo tornerò anch'io ad essere un tonico...ora la mia silouette ricorda vagamente quella di Ronaldo...

Anonimo ha detto...

ops, m i sono dimenticato di firmare...
Fra -4

Anonimo ha detto...

NN HO PAROLE...posso solo stare zitta di fronte a questa storia...
Tabby

Anonimo ha detto...

grandissima storia e compllimenti per le parole misurate che hai scelto! certi esempi non necessitano di pompose introduzioni, ad ognuno di noi poi il prendere quanto si vuole e si può da questa vicenda..

alex

ps: complimenti in generale per il blog, ormai è un must visitarlo quasi quotidianamente!

Anonimo ha detto...

premessa: questo non vuole essere un post polemico.. è solo che devo, per mia natura, analizzare.

riflettevo.. la motivazione di quest'uomo è incredibile, davvero.. ci sono persone che non riuscirebbero neppure ad accettare di avere un figlio con gravi forme di handicap, mentre quest'uomo ha fatto della felicità di suo figlio la ragione della sua vita..

però, riflettevo ancora, riguardando il video.. siamo sicuri che correre spingendo una carrozzina sia molto più dura che correre "liberi"?

mi spiego: la carrozzina scarica sul terreno la forza peso del figlio. in assenza di attriti la presenza della carrozzina sarebbe ininfluente. ma gli attriti ci sono, tra la coppia ruota-terreno e tra la coppia ruota-pignone. bisognerebbe quantificarli, per comprendere la reale fatica supplementare di dick.
quella che spinge mi sembra una carrozzina simile a quelle utilizzate per le olimpiadi.. per dire: il record del mondo sulla maratona femminile in carrozzina è 1h 38' 29''.. insomma, piano non vanno, ricordando che sono spinte unicamente a braccia..

constatato che spingere una carrozzina non è proprio come spingere un carrello della spesa va detto che, forse, insieme al peso del ragazzo sulla carrozzina si scarica anche il peso del padre.. diminuisce, credo, la fatica necessaria per compiere il "lavoro" sul percorso dei 42 km della maratona.

perchè queste inutili osservazioni? solo per tentare di capire se ciò che fa dick sia "solo" una grandissima prova d'amore o anche un fenomeno atletico assolutamente strabiliante..
credo sia solo la prima.. a me basta.. a voi?

saluti a tutti e scusate per questa non richiesta analisi..
robbie

ps: per il triathlon: effettivamente trasportare un canotto o portare 50 kg in più su una bici è molto penalizzante.. infatti mentre tra il record del mondo sulla maratona e la prestazione di dick (fatta a 50 anni!) c'è una differenza di soli 35 minuti (20%), tra la migliore prestazione mondiale su un triathlon iron-man e la prestazione di dick ci sono circa 7 ore (45%).

io se inizio un triathlon mi fermo dopo i primi 2 km di nuoto, non voglio dire che sia andato piano.. però anche qui deve commuovere l'amore, non sconvolgere la prestazione..

Anonimo ha detto...

Verissimo robbi, l'ho pensato anche io ma non avevo voglia di scriverlo :-)
Spingere una carrozzina come quella è decisamente più vantaggioso che correre liberi...il problema sarebbe stato tirarla!

Comunque al di la della mera polemica sulla prestazione, CIO' CHE COLPISCE E DOVREBBE COLPIRE a mio avviso (anche di robbi a quanto pare) è la prova d'amore di questo padre verso il figlio!
Non certo la prestazione fisica che in un simile contesto passa in secondo piano...ma come al solito ai media fa comodo pompare le notizie anche quando, come in questo caso, non ce ne sarebbe bisogno!(..e quindi partono a sparare cazzate su prestazioni fantasmagoriche e ipotesi assurde...va beh...lasciamo stare!)

Bella

Lo

Cello ha detto...

Pragmatismo di merda. Mi avete smontato un altro mito. Non vedo l'ora che abbiate dei figli e che arrivino all'età di sei anni per andare da loro e urlargli fortissimo: "BABBO NATALE NON ESISTE!" Poi gli spiego anche le leggi fisiche che impediscono ad una renna di volare...

Anonimo ha detto...

Dai cello, sei più polemico di rrrrrrrr! ;-)
CREDERCIIIIIIIIIIIIII!!!
Arnaldo

ps1: rrrrr, sei sicuro di reggere 2 km in mare?
ps2: ma in tutto questo, la madre - poveretta - che faceva? Potevano cagarsi anche lei i giornalisti, anche se non spingeva il figlio!

Anonimo ha detto...

cello, mi fai sempre sbellicare!! comunque un mio eventuale figlio saprà dall'età di 3-4 anni che babbo natale non esiste.. insieme ad una lunga serie di figure mitologico-religiose.. bella!! robbie

Anonimo ha detto...

Dai rrrrrrrr, aspetta almeno la fine delle elementari! Me lo vedo il figlio di rrrrrr, a 7 anni all'asilo che tiene comizi...
ahahahaha
Bella!
Arnaldo

Anonimo ha detto...

Sono senza parole...ho visto anche il video...gelato dalla GRANDEZZA di quest'uomo

Marco Z.

Anonimo ha detto...

..che tristezza mi hanno lasciato le tue parole robbie...

1) intervento sulla "prestazione"..sinceramente il valutare a livello di tempi-numeri questa bella storia non mi sarebbe mai passato nell'anticamera del cervello, e ne sono felice..non è una sfida sportiva, finalizzata al risultato..è una sfida contro la vita..chissene frega se è + o - forte di un qualsiasi altro atleta, chissene frega se le tv calcano la mano e ne fanno un superman..

2)il bello di essere bambini è avere fantasia, immaginazione ..e l'ingenuità giusta per crederci fino in fondo..sono illusioni ok..ma sono quello che li rende "bambini"..che gli dona un sorriso e che gli permette di vivere, seppur per un tempo limitato, in un mondo fatto di sogni..di tempo per preoccuparsi delle cose reali ne avranno fin troppo..

..non amo scrivere solitamente..e probabilmente è anche fuori luogo..ma c'ero rimasta male!!!

ciao a tutti

Dani

PS:(robbie sei proprio un ing!!! ..e cmq le renne volano con la polvere di Campanellino!..)

Anonimo ha detto...

ciao dany.. anch'io mi sono commosso per la storia di dick, ho visto e rivisto il video con partecipato trasporto.
solo che a 24 anni la favola del "tutto è possibile" non riesco più a digerirla. quindi quando leggo "chissà che tempi farebbe senza carrozzina" et similia mi vengono i dubbi e devo rifugiarmi negli aridi numeri per fugarli. potevo tenermelo per me, è vero. sarà mania di protagonismo.
un abbraccio, robbie