domenica, febbraio 4

Il fottuto gioco del calcio

Robbie ha voluto commentare i fatti di Catania. Le sue parole meritano di essere lette con attenzione, è bene riflettere verso cosa ci sta portando l'esasperazione del gioco del calcio:

"Il giorno dopo gli episodi di violenza di Catania siamo qui che ci chiediamo se valga la pena di morire per una partita. Ovviamente no. Raramente vale la pena di morire per qualcosa. Per la propria dignità, per un ideale, per salvare qualcun altro. Ma per una partita no, non ne vale proprio la pena. Eppure è successo questo ieri a Catania.
Non ci sono attenuanti. Neppure se l’arbitro avesse regalato 15 rigori alla squadra avversaria ed espulso dirigenti, allenatore, magazzinieri e squadra primavera in tribuna, la violenza ottusa di venerdì non avrebbe comunque giustificazioni.
Leggiamo ora lo sgomento e il cordoglio delle cariche politiche ed istituzionali a tutti i livelli. E ci chiediamo cosa sia stato fatto, concretamente, per porre un argine all’idiozia di ultras frustrati e fuori controllo e cosa si farà.
Siamo ad un bivio.
Si può scegliere la strada dell’ancora di più: aumento della polizia, controlli più severi all’ingresso, aumento delle multe per le società.
Oppure si può scegliere di tentare di risolvere il problema. E impedire, in maniera irrevocabile, l’accesso allo stadio di chi sia macchiato di comportamenti violenti, o anche solo sia ritenuto potenzialmente pericoloso. Senza indulti o sconti di pena. Perché il calcio, anche se per qualcuno è ragione di vita e ragione di morte, è solo un fottuto gioco."

Robbie

7 commenti:

Anonimo ha detto...

AMEN!!!!!

Lo

Anonimo ha detto...

Robbie, prima di tutto un saluto caloroso e in secondo luogo un commento al tuo post.

Penso che ci sia un'incongruenza tra la "risoluzione del problema" ovvero, impedire alle teste di cazzo di entrate allo stadio, e il profitto che queste stesse teste di cazzo portano al sistema calcio.

Essendo il profitto arbitro in terra e in cielo, non verrà mai in mente a nessuno di chiudere completamente le porte alle teste di cazzo.

La vera soluzione sarebbe, a mio modo di vedere, cambiare il ruolo che il profitto ha in questa società.

Sono d'accordo con te che non è praticabile dall'oggi al domani.
Ma i palliativi lasciano il tempo che trovano.

Perchè pur solo analizzando il fenomeno testa di cazzo si può intuire quanto il sistema sia marcio e sia la causa.

Queste sono persone senza un progetto di futuro. Rispecchiano quel che di peggio la società odierna insegna, ovvero che il forte ha ragione su tutto. Ma nella società odierna la forza è ben altro.

Il controllo delle masse, il manovrare gli interessi, il determinare cosa è normale fare o pensare e cosa non lo è rende una persona forte.

Queste teste di cazzo ovviamente non hanno alcun controllo delle proprie vite, e sono frustrate. Vorrebbero spaccare tutto, perchè tutto è più veloce di loro. Si sentono impotenti nonostante abbiano muscoli e coraggio.

Queste teste di cazzo si aggregano e perdono la poca identità che avevano diventando un gruppo.

La società convoglia la loro frustrazione allo stadio e loro si sfogano, "Panem et circense" (Giovenale)...

Sai meglio di me che loro, le teste di cazzo, non sono lì per la partita sono lì per compiere la loro rivoluzione a loro insaputa reazionaria.

La soluzione dunque?

Aprire gli occhi!!! e soprattutto i libri. Sgretolare la mistificazione che nasconde i fili di questo sistema vecchio e cancerogeno.

Porre queste persone davanti a interrogativi, come:
Perchè sei costretto a lavorare e regalare una parte del tuo lavoro a tua insaputa?
Perchè sei costretto a pagare per vedere una partita di calcio?
Perchè i tuoi ""beniamini"" sono pagati 10 volte il tuo stipendio, ammesso e non concesso che tu lo abbia uno stipendio?
Perchè cambiano in governi, ma la musica è sempre la stessa?
Perchè la società ti chiude tutte le porte tranne quelle dove si paga per entrare?
and so on...

Saluti

Cesco

Anonimo ha detto...

il malato mondo del calcio, dovrebbe imparare molto dal mondo del rugby.

Anonimo ha detto...

Sono dell'idea che Anche il mondo del rugby sarebbe esattamente come il mondo del calcio, se vi circolassero gli stessi interessi.

Vedere una partita, ti distrae dai tuoi problemi, arrabbiarti e soffrire per una FAZIONE sportiva, ridireziona la tua aggressività (Konrad L).

Il problema è che il livello di frustrazione globale , è ormai molto alto e pur essendo questi solo dei fottuti giochi,sono anche dei potenti ATTRATTORI di attenzioni.

Immaginate....un semplice evento come una partita (partita di qualunque sport. Tutto dipende solo dal risalto mediatico che questo sport ha)che riesce a riunire migliaia di persone frustrate....
cazzo !
E' una bomba ad orologeria pronta ad esplodere!

A questo poi uniamo una quantità spropositata di programmi demenziali (pre partita , post partita) che danno sempre più rilievo ed importanza all'evento sportivo.
Amplificano l'importaza dell'evento, ma così facendo amplificano anche le frustrazioni delle persone (incosciamente percepiscono come giustificata la loro incazzatura ""cazzo era una partita importantissima""!!!!!!).

Che dire....SONO PIENAMENTE IN ACCORDO CON CESCO.

Anonimo ha detto...

ciao frà.. anch'io penso che, come per molte altre questioni, non si possa non considerare che il profitto è ciò che attualmente regola i rapporti tra gli individui.
Se non si tiene conto di questo elemento essenziale la comprensione dei fenomeni sociali, politici, economici risulata impossibile e distorta. E da te, su questa questione, e su altre, ho imparato molto.
Sono daccordo con te che la logica del profitto vuole che i tifosi più violenti continuino ad entrare allo stadio. L'unica speranza per risolvere il, tutto sommato, piccolo problema della violenza legata al calcio senza dover attendere il cambiamento radicale delle logiche di relazione e convivenza tra gli uomini è che, nella logica del profitto, diventi sconveniente fare entrare la frustrazione negli stadi.
Sono consapevole che ciò non cambierebbe rapporti di forza tra classi e sfruttamento del lavoro e del suo plusvalore.
La logica dei piccoli passi è vagamente reazionaria, è porre un cerotto su una ferita in cancrena.. ma se nel frattempo serve a far sopravvivere il moribondo.. poi (senza procrastinare ad libitum però) si penserà a cuterizzarla!
saluti frà
robbie

Anonimo ha detto...

Il problema è che, in base a quanto è stato detto, quei figli di troia non erano neanche allo stadio, ma fuori (e non solo lì, sempre più spesso le risse avvengono all'esterno degli impianti)! Praticamente era un agguato, non uno scontro "normale"...
Ciao!
Arnaldo

Dave ha detto...

Sono dell'idea che Anche il mondo del rugby sarebbe esattamente come il mondo del calcio, se vi circolassero gli stessi interessi.


Non sono affatto d'accordo...
Vedi Football Americano o baseball negli stati uniti.
Lì i soldi che girano sono ancora di più...ma allo stadio (sempre pieno) ci vanno tutte le famiglie coi bambini
ERGO
il problema è la mentalità NON I SOLDI