Mi piace il fatto che
Rolenzino si sia preso bene e abbia cominciato a colmare le mie lacune facendo i riassunti degli allenamenti a cui non assisto e postandoli nei commenti. E' un'ottima collaborazione, speriamo che la vena partecipativa prosegua per più tempo possibile, anche perchè nemmeno oggi ero presente alla Tonic Arena. Il mercoledì infatti è la giornata dedicata al salto con l'asta nella tensostruttura di Canegrate, dove io e il Gran Maestro ci rechiamo costantemente per essere iniziati all'arte dal sapiente
Andrea.
Se avete seguito le puntate precedenti dovreste sapere che Pavlov era reduce da una serie prestativa negativissima, caratterizzata da sedute inconcludenti sul piano tecnico e che portavano solo a far salire il nervoso al nostro uomo (c'è un video su Youtube che lo dimostra, io evito di postarlo, per i più curiosi basta cercare "Asta Pavlov"). Oggi è avvenuto il miracolo e l'uomo dal controllo del corpo perfetto ha ripreso a saltare come cristo comanda dando prova che le capacità erano presenti ma sopite. Come ogni miracolo che si rispetti anche quello odierno è stato preceduto da un sacrificio: nei salti preparatori Pavlov ha rischiato più volte l'esistenza facendo la barba con la testa ai ritti, rischiando la rottura di qualche vertebra con atterraggi contorti ma, soprattutto, tirandosi un pugno in faccia durante il volo. La svolta infatti è avvenuta dopo che il nostro uomo, durante un salto poco controllato, si è automentato sbattendo zigomo e occhio destro contro il pugno sinistro. Le stelline provocate dalla contusione devono avergli acceso in testa una scintilla che gli ha fatto ritrovare la forma perduta. Questa soluzione verrà quindi attuata ogniqualvolta dimostrerà difficoltà: basta con i consigli tecnici, una bella randellata e pedalare!
Cambiando argomento oggi sono stato vittima di una catastrofe: Pavlov ha scoperto il soprannome con cui mi chiama mia mamma. Nonostante abbia scelto lei il nome da darmi è forse l'unica a non utilizzarlo mai sostituendolo, quando va bene, con i vari "Amore", "Gioia mia" e "Piccolo". Il problema è che stasera si è lasciata sfuggire il più ridicolo di tutti in presenza del Maestro che lo sta utilizzando contro di me per zittirmi senza possibilità di revoca. In un impeto di masochismo, ma anche per dare meno energia all'arma segreta di Pavlov, sono deciso a riportare la conversazione. Come si dice in questi casi, via il dente via il dolore.
Cello: "Mamma noi andiamo, ci vediamo più tardi"
Mamma: "Ok, ciao....POPO!"
notte a tutti.
p.s.: Popo dovrebbe significare qualcosa come "bimbo" in un dialetto di dubbia provenienza.