
L'argomento proposto dal nostro Avv. Australiano Dave merita un post, per consetire a tutti di riflettere su un'altra delle questioni che più attanaglia la regina degli sport: il settore giovanile e il suo trattamento.
I minimi per i Campionati Italiani di categoria si sono abbassati drasticamente di anno in anno fino a rasentare il ridicolo, un esempio su tutti, come riporta il buon Lorenzo, è il salto triplo: quando ero allievo primo anno (1999) il minimo era 13.86m, quest'anno quello promesse (atleti quattro anni più grandi) è 13.70m (per tutti i minimi 2007 cliccare
QUA). E' evidente che il livello dell'atleta medio è calato drasticamente. Le motivazioni? A spanne meno voglia, meno dedizione, capacità condizionali differenti, meno iscritti... una serie di motivi che andrebbero verificati dati alla mano, con un'analisi approfondita delle statistiche (un uomo solo può fare un lavoro del genere, è bello, è pesolo, è pignolo, è ingnegnere ambientale...insomma avete capito). La nostra analisi però non verte su questo. Una domanda che ci si può porre è: è giusto tenere i minimi così bassi? La risposta è sì ma ha un rischio. I minimi infatti vengono calcolati generalmente sulla base della ventesima prestazione italiana dell'anno precedente, non sono valutati arbitrariamente di conseguenza, volendo avere un numero di partecipanti che cosenta una gara tranquilla e spettacolare e volendo gratificare i giovani atleti facendoli partecipare ad una manifestazione di spicco, non si può fare altro che attenersi alla mera statistica. A questo punto ci si chiede come sia possibile che, di anno in anno, questo benedetto ventesimo faccia sempre di meno ma, come detto sopra, non è questa la sede per dare le risposte (Robbie stiamo aspettando tutti te). Qui ci occuperemo delle conseguenze. Abbassando i minimi delle categorie giovanili si hanno due effetti negativi. Il primo è che aumenta il gap con la categoria assoluti disincentivando i giovani a proseguire l'atletica: uno junior o una promessa che se la cavicchia (ad esempio un triplista da 14 metri) può tranquillamente togliersi le sue soddisfazioni allenandosi quel poco che basta per mantenere tecnica e forma (i miglioramenti a quell'età sono dati per la maggior parte dalla crescita, non dai carichi) partecipando ai campionati italiani e rischiando, in una giornata di particolare forma, di arrivare anche sul podio. Il problema è il passaggio alla categoria assoluta: qui infatti il minimo è più alto di un metro (da 13.80m si passa a 15 metri) e l'allenamento comincia a fare la differenza (non si cresce più). A questo punto, la nostra stellina, o cambia registro, inizia ad allenarsi seriamente e prova a fare l'alteta serio o, come nella maggior parte dei casi, trova la ragazza, deve studiare/lavorare, il gioco non vale più la candela e smette.
Il secondo effetto negativo, come ripora giustamente Andy, è quello dei "bambini prodigio". Uno Junior che si piazza bene a un Campionato Italiano si esalta, è tra i più forti del paese, viene convocato in Nazionale, ai raduni a Formia, viene pagato, elogiato, premiato...fa niente se ha fatto 7 metri in lungo o 15 secondi sui 110hs e, qualche anno fa, sarebbe a fatica entrato in finale. Un atteggiamento del genere non fa altro che aumentare il gap di cui sopra, a meno che, ai suddetti campioncini, non si metta in testa che ci sono diventati per mancanza d'avversari, non per meriti, e non si cominci ad educarli all'umiltà, alla cultura dell'allenamento e della fatica. A meno che gli si spieghi, enfatizzando, che sono delle merde e che se vorranno far parte del "mondo dei grandi" la strada da percorrere è ancora molta.
La prova che ci sono problemi ce l'abbiamo davanti agli occhi: quando ero giovane i Campionati Regionali erano un evento importantissimo dove tutti i "grandi della regione" si sfidavano. Ricordo batterie e finali sentitissime nelle gare di corsa, ricordo competizione, voglia di primeggiare...Ora i regionali sono una gara come un'altra, che molti big snobbano e che la maggior parte non "sente". Un esempio su tutti sono i regionali di decathlon: da junior ricordo 30 iscritti, doppie pedane, 400m corsi alle 9 di sera, podi sopra ai 6000 punti...quest'anno erano meno di 10 e, senza nulla togliere ai miei fantastici colleghi della Fanfulla Lodigiana, solo Federico Nettuno ha superato, di poco, i 6000.
Per concludere l'atletica sta perdendo il sottobosco, ci sono sempre meno collegamenti tra i grandi campioni, le punte nazionali e gli amatori, bisogna fare qualcosa di concreto per risolvere questo problema partendo dagli alteti, passando per allenatori, tecnici, giudici e organizzatori fino a giungere alle "alte sfere", personalmente ho diverse idee a riguardo ma, ora come ora, credo sia meglio le tenga per me, di carne al fuoco ne è già stata messa abbastanza.
Buona notte a tutti,
Cello.
p.s.: cliaccate un po'
QUA per leggere una lettera anonima di protesta contro i fatti di Busto Arsizio e le relative risposte dai responsabili, personalmente trovo la lettera efficace ma contesto l'anonimato, confortante la risposta di Raile, sminuente, semplicistica e frettolosa quella di Castelli.